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sabato 16 giugno 2012

Auto News: Aston Martin Vanquish 2013

L’esordio ufficiale lo farà a Pebble Beach, ma delle sue forme sappiamo praticamente tutto. Un po’ meno sui dettagli tecnici. Poche settimane fa la Aston Martin AM310 a Villa d’Este ha catturato l’attenzione degli appassionati, adesso torna a mostrarsi sempre in Italia, con piccole modifiche che non cambiano l’essenza del concept già ammirato al Concorso d’eleganza, semmai ne amplificano il fascino.
A trovar qualcosa di “stonato” sulla AM310 si faceva davvero fatica, ma a ben guardare il disegno dei cerchi in lega, con un improbabile accostamento di colori più adatto a un esperimento di tuning che al nobile marchio inglese, era l’unico punto sul quale eccepire. Hanno migliorato anche quel dettaglio sulla Aston Martin Vanquish, questo il nome definitivo. Adesso i colori sono più convenzionali e si abbinano alla perfezione con la carrozzeria. Sembra quasi ci abbiano dato ascolto i designer di Aston Martin.



Resta invariata per quanto riguarda il design. Il frontale mantiene la fibra di carbonio a vista sul paraurti, mentre fari e cofano contribuiscono a dare un’idea di muso a freccia. Anche la calandra resta nel solco della tradizione Aston Martin, un elemento distintivo che da decenni caratterizza le granturismo inglesi. Andrà a scontrarsi con la Ferrari F12 Berlinetta, in una partita che se si guarda solo con il cuore e il senso estetico può lasciare spazio per una lotta combattuta, ma se scende sul piano tecnico, evidentemente vede uscire la Aston Martin sconfitta.
Sono intervenuti per ridurre drasticamente il peso della Aston Martin Vanquish i progettisti, con ampio ricorso alla fibra di carbonio, ma le soluzioni derivate dallo sviluppo dell’aerodinamica in Formula 1, in Ferrari con la F12 Berlinetta sono lampanti. Qualcosa che manca sulla Vanquish. Splendida sì, ma a corto di innovazioni. Per dirne una, l’aero bridge della F12 che unisce un nuovo stile con una funzione tecnica precisa.
Quel che piace maggiormente della Vanquish è il disegno della fiancata, caratterizzata dal profilo – assai evidente – che dagli sfoghi d’aria del cofano motore invade la portiera. Al posteriore si è integrata bene l’ala sul bordo del bagagliaio, senza sporcare le linee, mentre in basso campeggia il diffusore con i due terminali di scarico. 

Caratteristiche tecniche e prezzo Aston Martin Vanquish 2013:

La musica toccherà al V12 aspirato da 6 litri di cilindrata, suonarla. E insieme alla melodia dovrebbe regalare anche 570 cavalli di potenza massima, da quelle che sono le indiscrezioni. Infatti, sul piano tecnico sappiamo ben poco della Aston Martin Vanquish.
Si conosce un dettaglio degli interni, invece. Esordirà uno schermo touch nella parte superiore della plancia, interamente rivestita in pelle, mentre dalle ultime foto spia non è chiaro se è stato mantenuto il volante con la corona schiacciata ai lati, una soluzione originale ma con qualche dubbio sulla sua praticità. A Pebble Beach ne sapremo di più.
Di sicuro, nel 2013 chi vorrà metterla in garage dovrà prepararsi a sborsare un assegno intorno ai 240 mila euro.



domenica 10 giugno 2012

Auto News: Arriva L'Auto Ad Aria Compressa

Ci siamo, arriva l'auto ad aria 7000 euro e 100 km con 1 euro.
In vendita a metà del prossimo anno la famosa MDI che ha fatto innamorare anche il colosso Tata. Il primo modello sarà un quadriciclo leggero. Ecco l'incredibile storia raccontata direttamente dal papà di questa macchina, Cyril Negre.


Tutto pronto: entro la metà del prossimo anno sarà in vendita l'attesissima auto ad aria, una macchina che nel serbatoio ha solo aria compressa, il sogno di tutti in un periodo di caro-carburante. La Motor Development International (MDI), con sede in Lussemburgo, è infatti ormai a un passo dal lancio commerciale e in anteprima a Repubblica.it ha rilasciato tutte le informazioni di dettaglio sul suo progetto. Niente più segreti quindi. Si sa che costerà appena 7000 euro e che il primo modello ad arrivare sarà una city car, seguito poi da una gamma infinita di modelli, dalla berlina da famiglia alla piccola, dalla vetturetta per 14enni al Bus, passando per il veicolo commerciale, il trattore e il container. Non manca nulla, perfino un motore da attaccare a casa ad una presa di corrente per usarlo come generatore in caso di emergenza.
Evidentemente l'accordo stretto con la Tata nel gennaio del 2007 ha dato i suoi frutti e - soprattutto - la spinta giusta per passare dalla teoria alla pratica. "La prima auto ad aria ad arrivare sarà l'AirPod e sarà omologata come quadriciclo leggero "grande", quello per 16enni.
Poi ci sarà anche una versione baby, per i 14enni, e quindi una macchina vera - spiega lo stesso Cyril Negre, responsabile tecnico dell'auto ad aria della Mdi, il figlio di Guy Negre il fondatore della MDI - la sfida è lanciata".
Quando parla di 'lanciare' a che mercato si riferisce?
"All'inizio l'AirPod sarà consegnata in Francia e daremo la precedenza a chi l'ha già ordinata, poi sarà la volta di tutti i Paesi europei. Ma il concetto di commercializzazione per noi è un po' diverso: non avremo concessionarie, ma tante fabbriche".
Cioè chi la produce la vende anche?
"Si, esatto, nessuna concessionaria, ma officine: produciamo là dove vendiamo. Con vantaggi infiniti, economici, sociali. Pensi solo al fatto che un costruttore normale deve farsi carico di una logistica enorme perché produce in un solo posto e poi è costretto a spedire in tutto il mondo. Noi no. Da noi chi produce vende. Non paghiamo commissione al concessionario perché è la stessa fabbrica che vende la macchina, e questo abbassa enormemente i costi".
Si, ma dovrete avere diverse fabbriche, sparse per tutta Europa. E poi, scusi, perché prima parlava di vantaggi 'sociali'?
"I nostri piani di sviluppo sono molto precisi. Pensiamo di aver bisogno di 25 piccole fabbriche in Francia e 20 in Italia. Abbiamo già diversi contatti con molte aziende interessate a produrre le MDI".
E il 'sociale'?
"Deve vedere il progetto da un'angolazione diversa, complessiva. Immagini di produrre un certo numero di auto in una sola officina o in 50 fabbriche sparse per tutta Europa. Nel secondo caso facciamo del bene perché serve il 30% di forza lavoro in più. Sembra uno svantaggio, ma è una grande vantaggio perché si entra nel tessuto sociale delle città, si dà forza alle famiglie. E poi non dimentichi che per fare ecologia, oggi, non basta fare macchine pulite, ma è necessario fare macchine che costano poco. E che richiedono poca energia per essere prodotte. Proprio quello che facciamo noi. In più non trasportiamo macchine finite qua e là per l'Europa. Le produciamo in loco, questo riduce ulteriormente le emissioni (e i costi) del ciclo produttivo".
Quante macchine riesce a produrre ogni officina?
"Circa 7000 macchine".
Sta dicendo che solo in Italia volete produrre 140 mila pezzi l'anno?
"Si, alla fine è questo l'obiettivo. E sono stime prudenti perché quando la gente conoscerà il nostro prodotto ci sarà un vero boom della domanda. La macchina costa poco, ma soprattutto costa pochissimo da usare, meno di 1 euro per fare 100 km. E poi il nostro concetto produttivo avvicinerà il pubblico al prodotto. Questi numeri fanno impressione ma se li distribuisce su 20 fabbriche il discorso è diverso. Oggi nessuno si può svegliare e trasformare in costruttore. L'unica strada è quella di creare tante piccole officine. Distribuendo il know how, non macchine fatte, è tutto più facile e veloce".
Le fabbriche saranno veri stabilimenti o solo fabbriche cacciavite? Ossia produrranno davvero o assembleranno solo pezzi che arrivano da fuori?
"No, saranno assolutamente fabbriche vere. Dove l''80 per cento della macchina viene prodotta in loco".
Veniamo ai luoghi comuni. L'accusa più diffusa è che per comprimere l'aria serve un sacco di energia.
"Si, ma il discorso vale anche per l'auto elettrica dove l'immagazzinamento dell'energia costa tantissimo. In realtà se analizza il progetto completo, noterà che le nostre auto sono ultra economiche. Tenga presente che una bombola fa 20 mila cicli, pari a 2 milioni di chilometri, quindi dura più della macchina, e questo è molto importante perché ha un riflesso diretto sui costi. Molto spesso la gente dirà che non c'è energia nell'aria compressa. E' vero, ce ne è poca. Ed è vero che per comprimere l'aria serve più energia che per caricare una batteria. Ma poi per funzionare un'auto ad aria brucia meno energia perché è leggerissima, per cui nel ciclo 'dal pozzo alla ruota' la tecnologia auto-ad aria è vincente".
Torniamo alla macchina. Si può caricare in due minuti in una stazione di servizio specifica o in tre ore ad una normale presa di corrente. A bordo quindi c'è un compressore?
"No, è lo stesso motore che spinge la macchina che funziona anche da compressore: non c'è motore e compressore, ma c'è solo un elemento che fa tutto. E che - volendo - può anche funzionare come generatore di corrente per appartamenti. Noi lo chiamiamo motore/alternatore. Bello no?".
Forse troppo... A questo punto c'è una sola domanda possibile. Come si fa a comprarla?
"Basta andare sul nostro sito (www.mdi.lu) e aderire al sistema di pre-ordini. Tutto molto semplice".
Ma avere una gamma pazzesca, tante officine diverse, non rischia di complicare tutto?
"No, affatto. Anzi, le officine sono simili, ma usano tecnologie differenti. Quando i numeri di vendita crescono cambia il modo di produrre".
Qual è stata la cosa più complicata da realizzare?
"Il motore e la tecnologia. Poi una volta stabilito questo è stato tutto facile. Va detto però che per passare dalla vetturetta AirPod alla macchina grande (la AirOne) abbiamo dovuto mettere a punto un sistema che noi chiamiamo a doppia energia. Ossia fra la bombola e il motore c'è un piccolo motore benzina o diesel. Questo bruciatore (fuori dal motore ad aria) scalda l'aria prima del motore, quindi aumenta l'autonomia. La scalda a 600 gradi e non dà emissioni nocive, solo un po' di CO2, ma consente di triplicare l'autonomia quindi 350 km circa con consumi ridicoli: mezzo litro per fare 100 km".
Parliamo di potenze e prestazioni.
"La piccola AirPod ha 7 Kw, ma una coppia completamente piatta di 45 Nm e una velocità massima di 80 Km/h. L'AirOne invece ha un motore da 15 Kw e fa i 100 orari. Ma è una macchina molto più grossa, pesa 400 kg. E poi c'è l'AirCity - ancora più grande - che non è più un quadriciclo leggero ma una macchina vera, fa i 130 orari ed ha con 25 Kw di potenza".
E' vero che la tecnologia dei veicoli ad aria compressa è antica?
"Si, c'erano carrelli nelle miniere che funzionavano così già nel 1870 e i francesi a inizio secolo fecero anche un tram, poi però arrivò il motore a scoppio...".
A proposito di motore a scoppio. Quelli fanno il pieno dai benzinai, in Italia ne abbiamo 20 mila. Le vostre stazioni di servizio invece?
"Sono tutte da fondare. Possono ricaricare una macchina in due minuti, ma non sono adatte ai privati, costerebbero troppo. Nel nostro progetto una stazione può rifornire fino a 85 macchine al giorno. Due minuti per riempire il serbatoio, poi il resto per pagare".
Ma 85 pieni al giorno sono circa 100 euro, come fa a vivere un erede del vecchio benzinaio?
"Quel costo si riferisce a chi fa il pieno a casa, attaccandosi alla rete domestica di elettricità. Se si fa rifornimento in una stazione di servizio il costo è doppio, sono circa due euro. Sempre pochissimo, ma garantisce un buon margine di guadagno per il distributore perché noi li aiutiamo nella realizzazione dell'impianto. Una stazione di servizio normale, con compressori standard, costerebbe circa 130 mila euro, ma se invece si usano i nostri motori al posto dei compressori i costi si abbassano fino a 39 mila euro per stazione".
Ovviamente serve qualcuno che arrivi alle stazioni...
"Si, se non ci sono macchine in giro non c'è business. E' un sistema complesso, che va visto nell'insieme. Ed è questo che ha affascinato la Tata. Ha una visione globale".
Quando si parla di bombole la gente ha sempre paura...
"Ha ragione, ma lavoriamo con livelli di efficienza altissima. Siamo allineati la pressione di gonfiaggio del gas naturale con la differenza che dentro le nostre bombole non c'è Gpl o Metano, ma aria... Gonfiata a 248 bar. La bombola poi è la stessa di quelle del metano".
Quindi anche quelle vanno revisionate?
"Si, ogni 5 anni, vanno controllate per legge. Ma voglio essere chiaro: in questa macchina non c'è niente di strano, nel motore ci sono bielle e pistoni, mentre il circuito dell'aria è lo stesso delle auto a Gpl o metano. Per questo nel nostro progetto c'è anche la voglia di rimettere in moto i piccoli garage. Nel sistema vogliamo far tornare in vita le piccole officine che potranno fare la semplicissima manutenzione di cui hanno bisogno queste macchine che non inquinano, non sporcano, hanno un olio motore eterno, non hanno circuito dell'acqua, non c'è alta temperatura di funzionamento. E le macchine sono fatte di pochissimi pezzi. La carrozzeria ne ha solo tre. Ma non le ho parlato poi di altri vantaggi legati all'aria compressa".
Ce ne sono già abbastanza...
"No: la temperatura del motore è al rovescio, cioé caldo fuori e freddo dentro, cioé meno 20 gradi dentro la camera 'di combustione' (nome improprio perché non brucia nulla, ma solo per capire il discorso). Per cui usiamo i 'gas' di scarico per raffreddare l'abitacolo, al posto del condizionatore. Ci sarà poi anche un piccolo baule per raffreddare le bibite. In più l'aria compressa può essere usata per fare sicurezza, per gonfiare aribag esterni e salvare i pedoni. Abbiamo già dei prototipi funzionanti simili a quelli della Volvo".
A proposito di pedoni, l'auto ad aria fa rumore?
"Si, più dell'auto elettrica, ma molto meno di un'auto normale. Ha un rumore diverso, perché deriva da una sequenza diversa. Al minimo non emette suoni perché il motore è fermo. Quando si accelera si sente uno sbuffo, un rumore indescrivibile, tutto suo, sembra quasi un motore a due tempi, ma con frequenze bassissime. Il motore poi alla velocità massima fa appena 1500 giri, quindi un ulteriore vantaggio".

mercoledì 6 giugno 2012

Auto News: Mercedes CLS Shooting Brake

Ecco di prossima uscita (infatti debutterà a settembre 2012) la nuovissima Mercedes CLS Shooting Brake.
Non a caso questa famigliare dovrebbe chiamarsi Shooting Brake, come le wagon che negli anni 60 derivavano dalle coupé più veloci. Infatti, riprendendo le proporzioni slanciate della CLS a quattro porte (cinque metri di lunghezza e solo 140 cm di altezza) e con una coda molto filante, avrà un aspetto aggressivo (ma, probabilmente, il baule non sarà da record). Riccamente equipaggiata con interni in pelle e fari a led.

Scheda Tecnica e prezzo Mercedes CLS Shooting Brake:

cambio automatico a sette marce saranno di serie dovrebbe avere la stessa meccanica della berlina: motori con potenze tra i 204 CV del 2.1 biturbodiesel e i 557 del V8 turbo a benzina dell’AMG, e trazione posteriore o integrale. Da circa 65.000 euro.

Auto News: Nuova Skoda Rapid

La nuova Skoda Rapid si mostra senza veli, la berlina, derivata dalla Volkswagen Golf, è pronta a debuttare anche in Europa: la vedremo al Salone di Parigi. Lunga 439 cm, ha un bagagliaio capiente: 500 litri.

   

ASPETTO ELEGANTE - Torniamo a parlare della Rapid, la nuova berlina a quattro porte della Skoda, già sorpresa a compiere dei test su strada. Le foto pubblicate dal sito Auto.cz, riguardano un esemplare privo di camuffature. Come già anticipato, le forme della Rapid derivano da quelle del prototipo MissionL, presentato al Salone di Francoforte. Il frontale è dominato da una grossa mascherina con cornice cromata raccordata i fari, mentre il paraurti ha una grossa presa d'aria orizzontale che si sviluppa per tutta la sua larghezza e incorpora agli estremi i fendinebbia. La fiancata è “pulita” e movimentata da una scalfitura alla base delle portiere e da una nervatura alla base dei finestrini. La coda, infine, piuttosto corta, è caratterizzata da fanali con luci degli stop che disegnano una “C”.
SOBRIA DENTRO - Per quanto riguarda gli interni, la Skoda Rapid ha una plancia dalla classica forma di “T”, con i principali comandi raggruppati sulla consolle centrale. L'esemplare fotografato è piuttosto spoglio, ma certamente, in base agli allestimenti, la fascia centrale potrà essere impreziosite da diverse finiture e al posto della radio potrà trovare posto un sistema multimediale con schermo a sfioramento. Tra gli accessori non mancheranno il climatizzatore bizona, il regolatore di velocità, il Bluetooth, le prese Aux-in e Usb per collegare i lettori di file musicali, i quattro alzacristalli elettrici, gli interni in pelle con sedili riscaldabili, gli specchietti retrovisori regolabili elettricamente e i sensori di parcheggio.


Scheda Tecnica e prezzo Skoda Rapid:

UN MODELLO FONDAMENTALE - Lunga 439 cm, larga 170 e alta 147, la Skoda Rapid ha un bagagliaio capiente: viene dichiarato un volume di 500 litri. Già in vendita in India, la Rapid andrà a posizionarsi per dimensioni e prezzo tra la Skoda Fabia e l'Octavia: in Italia dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno, dopo la presentazione ufficiale al Salone di Parigi, in programma a settembre. La Skoda prevede di vendere la Rapid anche in altri mercati in forte espansione come la Cina e la Russia. Insieme alla nuova citycar Citigo, la è uno dei modelli fondamentali nella strategia commerciale della Skoda che punta a vendere 1,5 milioni di auto entro il 2018.